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Pianta con foglie lucide, di colore verde smeraldo chiaro, larghe a forma
di lattuga. Ha odore intenso.
Si adatta a vari tipi di terreno. Si semina in cassetta a fine febbraio
e dopo circa 20 giorni si ripicchetta per essere trapiantato a dimora
a fine aprile, ad una distanza di 40x60cm. Richiede abbondante irrigazione.
A differenza del basilico di tipo genovese, la concimazione organica deve
essere ricca di azoto per favorire una maggiore espansione fogliare, che
in caso contrario avviene solo nei primi palchi. Per avere buone piante
conviene iniziare la raccolta quando si sono ben formati i primi 3-4 palchi,
in questo modo la pianta ributta e si formano branche secondarie. In campo
può restare fino ai primi geli. La produttività è
elevata.
Questa varietà di basilico è interessante per le caratteristiche
organolettiche, in particolare per l’aroma intenso, con sfumature
che ricordano la menta. Viene usato tradizionalmente per piatti locali.
La foglia viene usata nella panzanella, dopo averla spezzettata e non
tritata come si fa con il genovese.Questa varietà viene anche utilizzata
in salse come il pesto e per altri usi.Per la raccolta del seme vengono
lasciate le piante più belle e con foglia più larga e meglio
conformata. La produzione e quindi la maturazione del seme non avvengono
contemporaneamente, pertanto la raccolta inizia dai primi palchi.Di solito
viene preferito questo seme anche per mantenere la caratteristica della
foglia più grande che viene prodotta nei primi palchi.Dopo la raccolta,
il seme viene lasciato asciugare in ambiente aerato e conservato in contenitori
di vetro.
In provincia di Firenze sono svariate le aziende agricole che producono
questo basilico con finalità commerciali, senza contare la produzione
a livello hobbistico. Si può stimare annualmente la vendita di
circa 5000-6000 piantine. Buona parte di questo quantitativo viene commercializzata
in zona, presso i mercati ortofrutticoli.Nella provincia di Arezzo (Pratomagno,
Valdarno e Casentino) ci sono circa 30 aziende, in gran parte hobbisti,
che ne producono una quindicina di quintali all’anno.
Territorio interessato alla produzione |
Valdarno aretino e fiorentino, province
di Arezzo e Firenze. |
Produzione in atto |
Attiva. |
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