Abitanti nel 1991: 25.352
Situato
nel Valdarno di sotto, il territorio comunale si estende per 102,56 kmq
sulle alture dominanti la pianura dell’Arno tra le valli dell’Egola
e dell’Elsa e nella pianura sottostante. Comune di origine medievale,
ha subito nel 1928 una diminuzione territoriale con la separazione della
frazione Ogliati aggregata a Palaia.
Insediamento di origini antichissime, come dimostra il rinvenimento
di reperti di età preistorica, San Miniato ha affermato la propria
importanza nel Medio Evo, soprattutto per la sua posizione
all’incrocio fra i fiumi Arno e Elsa e fra le strade Pisa-Firenze
e Francigena. Le sue origini sembrano legate ad un borgo sviluppatosi
intorno ad una cappella fondata nell’VIII secolo e data in enfiteusi
nel 938 a un nobile lucchesi. Casello popoloso e circondato di fossati
già nel 999, fu munito di fortificazioni nel XII secolo. Nel
1178 e nel 1185 vi dimorò Federigo I Barbarossa, dal quale
pare abbia derivato l’appellativo “al Tedesco”.
Comune ghibellino con una certa precoce autonomia, ricevette numerosi
privilegi dall’Imperatore Federico II, che vi soggiornò
nel 1226 e ne concepì una ristrutturazione urbanistica in
senso preminentemente militare, facendolo al contempo sede di un vicario
imperiale (che sarà costretto ad abbandonare la Toscana nel 1284,
dopo la sconfitta della Meloria dei pisani, suoi più validi protettori).
Nel 1291
San Miniato si unì alla lega guelfa capeggiata da Firenze
combattendo con essa nel 1307 contro gli aretini e i fuoriusciti bianchi.
Teatro di lotte di fazione e di devastazioni per tutto il XIV secolo,
solo nel 1313 perdette vari territori, ribellatisi al suo dominio o conquistati
dai pisani. Ne rientrò in possesso nel 1317 in base alla pace
fra i comuni della Toscana conclusa entro le sue stesse mura, anche
se le controversie continuarono fino alla base di Montopoli, del 1329.
Nel 1329. Nel 1347 si pose sotto il dominio diretto di Firenze, contro
la quale di sollevò nel 1367 su istigazione del comune pisano.
Dopo un lungo assedio fu riconquistata nel 1370 dai fiorentini che sostituirono
l’appellativo “al Tedesco” con quello di “fiorentino”.
Eletta sede del vicariato del Valdarno Inferiore, rimase sempre da allora
sotto l’autorità di Firenze, seguendone le vicende
(talora drammatiche, come in occasione dell’assedio e del saccheggio
subito nel 1529 a opera delle truppe di Carlo V). Nel 1622 ottenne
la sede vescovile e il titolo di città. Un soggiorno di Napoleone
nel 1797 entusiasmò tanto da spingere molti ad arruolarsi
nell’esercito “rivoluzionario”. Dopo un’incerta
partecipazione ai moti del ’48, manifestò il suo appoggi
a Leopoldo II, sollecitandolo nello stesso tempo alla promulgazione della
costituzione. Ciononostante numerosi samminiatesi parteciparono alla guerra
d’indipendenza del 1859. A partire dal 1929 sviluppò
una discreta organizzazione clandestina antifascista e durante la Resistenza
vi si formò una brigata partigiana. Tra i suoi figli illustri San
Miniato annovera Francesco I Sforza (1401-1466), il pittore Ludovico
Cardi detto Il Cigoli (1559-1613), l’architetto
Antonio Piccolini (1772-1850) e il filosofo Augusto Conti
(1822-1905).
Da vedere: La Torre, sulla vetta del colle, a
192 m, domina tutto il Valdarno. Questa torre di impianto duecentesco,
distrutta dai bombardamenti dell’ultima guerra, fu ricostruita
nel 1958. E’ detta “di Federico” perché fu
fatta erigere dall’imperatore Federico II. Palazzo dei
Vicari, per volere di Ottone I, fu costruito nel secolo XII inglobando
una più antica torre merlata. Ha l’interno affrescato.
Duomo, intitolato all’Assunta e a S. Genesio, è
un vasto edificio più volte rimaneggiato. Funge da campanile
la Torre Matilde, la più antica torre del complesso
fortificato. L’interno del Duomo, a croce latina a tre navate,
conserva pregevoli opere d’arte di epoche diverse. Museo
diocesano di Arte Sacra, dove sono esposte opere di Filippo Lippi,
Neri di Bicci, Fra’ Bartolomeo ed altri artisti. S.
Domenico, chiesa dalla facciata incompiuta, di impianto antichissimo,
fu ricostruita nel 1300. Conserva al suo interno, tra le altre importanti
opere, terracotte robbiane e pregevoli dipinti. |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e
Giuridici
Fotografia di Sandro Santioli |