Abitanti nel 1991: 1.499
Il
territorio del comune di Montieri si estende per 108,34 kmq in una zona
montuosa delle Colline Metallifere tra le Valli dei fiumi Merse e Cecina.
Originatosi da una antica podesteria medievale, non ha subito, nel
tempo, mutamenti di rilievo dei propri confini, che comprendono oltre
al capoluogo le frazioni di Boccheggiano, Gerfalco e Travale.
Forse di origine etrusca, o più probabilmente romana, Montieri
deriva il suo nome da Mons aeris per la passata ricchezza di minerali
di rame nel suo sottosuolo. Fu donata nell'896 da Alberto Riccio,
marchese di Toscana, al vescovato di Volterra, sotto la cui giurisdizione
rimase, sia pure con alterne vicende, nei secoli successivi. Già
nella prima metà del XII secolo si era ampiamente affermata
come centro minerario ed era sottoposta alle pressioni del comune
di Siena che intendeva conseguirne il controllo politico ed economico:
dopo aver ottenuto una prima concessione parziale e temporanea nel 1137,
i senesi (particolarmente interessati alle «argentiere»
di Montieri) riuscirono ad acquisire, nel 1181, parte del castello
e del territorio. Nel corso del XIII secolo il potere vescovile volterrano
fu notevolmente ridimensionato, oltre che per i contrasti interni alla
consorteria dei Pannocchieschi (cui appartenevano all'epoca i Vescovi),
per le ingerenze senesi e per l'emergere in Montieri di un'organizzazione
comunale autonoma, consolidatasi intorno al 1220.
D'altra parte le miniere d'argento, le più importanti nella
Toscana dell'epoca, furono sempre nelle mani di banchieri fiorentini e
senesi, grossi creditori dei vescovi volterrani. Solo tra il 1243
e il 1250 si ebbe il temporaneo controllo del castello e delle miniere
di Montieri da parte del potere imperiale. Alla morte dell'imperatore
Federico II i protagonisti del gioco politico tornarono ad essere
i vescovi volterrani e i senesi. Attraverso l'intervento finanziario di
grandi famiglie cittadine, come i Buonsignori e i Tolomei, Siena
riuscì ad estendere progressivamente il proprio controllo su Montieri,
finché nel 1326 se ne impadronì militarmente, aggregandola
al proprio contado. Nel 1371 la repubblica fece costruire la rocca,
segno che ormai si assegnava a Montieri un ruolo soprattutto strategico,
dal momento che già alla fine del secolo precedente la sua importanza
come centro minerario era gravemente decaduta. Nel 1608 il granduca
Ferdinando I la eresse in feudo con il titolo di marchesato, e tale rimase
fino al 1749. Di interesse storico sono anche i castelli di
Boccheggiano, Gerfalco e Travale, in epoca medievale possedimenti
dei vescovi volterrani e della consorteria dei Pannocchieschi. Il 18 marzo
1944 i partigiani occuparono a sorpresa le miniere di pirite di Boccheggiano;
pochi giorni più tardi, nella notte del 21, formazioni partigiane
si insediarono anche nell'abitato di Montieri.
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
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