Abitanti nel 1991: 45.695
Il territorio del comune di Sansepolcro si estende per un'area di 91,48
kmq al confine sud-orientale toscano, tra la riva sinistra del Tevere
e l'Alpe della Luna sullo spartiacque appenninico. Libero comune, quindi
sede di capitanato nello stato mediceo.
Sansepolcro (già denominata Borgo San Sepolcro), come vuole la
tradizione, si sarebbe sviluppato all'inizio del X secolo intorno a
un oratorio, sorto sul luogo dove due pellegrini provenienti dalla
Palestina avevano deposto alcune reliquie del Santo Sepolcro.
In origine terra di proprietà dei benedettini, che qui avevano
fondato un'abbazia (1012), poi passata ai camaldolesi nella
seconda metà del xII secolo, solo nella prima metà del XIII
secolo riuscì a riscattarsi dalla signoria degli abati divenendo
libero comune, seppure sotto la larvata autorità degli
aretini, i quali arrivarono ad annetterselo ufficialmente al tempo
di Uguccione della Faggiola, nel 1301. Dal 1318 Sansepolcro passò
prima sotto la signoria di Guido Tarlati e poi sotto quella di
suo fratello Pier Saccone, fino a quando una lega di ghibellini,
capeggiata da Neri della Faggiola e dai conti di Montefeltro e
di Montedoglio, conquistò il centro (1335), che fu così
annesso al comune di Perugia per la durata di sedici anni. Tornato sotto
il dominio di Pier Saccone nel 1351 e quindi di Neri e Francesco della
Faggiola fino al 1357 (dopo un terremoto che nel 1352 lo aveva
quasi completamente distrutto), fu conquistato da Città
di Castello fino a quando Guglielmo di Grisak, quale rappresentante
della Santa Sede, cedette Sansepolcro a Galeotto Malatesta,
signore di Rimini (1370). Divenuto feudo dal 1430 al 1440 prima
di Niccolò Fortebraccio - che lo ebbe per privilegio papale - poi
di Bartolomeo d'Alviano e quindi di Niccolò e Francesco Piccinino,
nel 1441 Sansepolcro passò definitivamente sotto il dominio
di Firenze, che lo comprò per 25.000 ducati da papa Eugenio
Iv. Divenuto sede di capitanato, visse alle soglie dell'età
moderna un periodo di forti tensioni per lo scontro tra le sue
due principali famiglie dei Graziani e dei Pichi e per l'insofferenza
aperta mostrata nel dover dipendere da Città di Castello come sede
diocesana. Finalmente nel 1515 fu elevato a sede vescovile da Leone
X, assurgendo così al rango di città e rivestendo un
ruolo di grande importanza strategica nello stato fiorentino come
avamposto ai confini con lo stato pontificio e il Montefeltro. Dopo aver
conosciuto un periodo di decadenza, fra il 1670 e il 1723, Sansepolcro
cominciò lentamente a rifiorire (malgrado due disastrosi
terremoti che lo colpirono nel 1781 e nel 1789) durante il governo
dei Lorena, i cui rappresentanti dettero l'avvio a importanti lavori
di bonifica che permisero finalmente il popolamento di parte del territorio
fino ad allora insalubre. Sansepolcro ha dato i natali a Piero della
Francesca (1420 ca.-1492).
Da vedere:
Palazzo Pichi Sermolli, di impianto quattrocentesco.
Palazzo Vescovile, sorto sul luogo della preesistente abbazia
benedettina poi camaldolese.
Palazzotto Giovagnoli, di origine duecentesca, ha finestre
rinascimentali.
Palazzo della Residenza, costruito nel XIII- XIV sec.; dal
1975 ospita il Museo Civico, raccolta di opere per la maggior
parte provenienti dalle chiese della zona, oltre ai capolavori di
Piero della Francesca.
Porta Fiorentina, a chiudere Via XX settembre, la medievale
“Porta della Pieve, l’unica rimasta delle antiche mura
urbane.
Fortezza, edificata nel 1500 su progetto di Giuliano da Sangallo,
su di una precedente struttura del 1300. Nel 1800 fu trasformata in
azienda agricola. E’ proprietà privata.
Palazzo Alberti, costruzione del secolo XVII, mostra sulla
facciata un busto di Cosimo II.
Duomo, intitolato a S. Giovanno Evangelista, inizialmente fu
chiesa abbaziale, ampliata e modificata dal 1300 nei secoli successivi
fino all’intervento radicale del 1936-1945. L’interno
a tre navate su colonne, è di struttura romanica con influssi
gotici e conserva pregevoli opere d’arte.
S. Maria delle Grazie, del 1518, ha un particolare portale
in legno intagliato a bassorilievo con piccoli scheletri, del secolo
XVI.
S. Agostino, inizialmente Pieve di Santa Maria, fu rifatta
nel 1771 in stile barocco. Il campanile è l’adattamento
di una antica torre medievale. |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
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