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Scandicci

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Abitanti nel 1991: 52.523

Il territorio comunale di Scandicci si estende per 59,59 kmq in zona collinare nel Valdarno fiorentino. Ha ricevuto la denominazione attuale nel 1929, venendo con questa a inglobare il territorio prima appartenuto al soppresso comune di Casellina e Torri; nel 1939 gli è stata aggiunta la frazione di Signano appartenente al comune di Firenze.

La più antica menzione del capoluogo risale al 978, quando la contessa Willa, madre del marchese Ugo di Toscana, donò alla Badia fiorentina alcuni beni posti in Val di Greve tra i quali appunto il castello di Scandicci con l'annessa chiesa e trenta mansi appartenenti alla stessa corte. Si ritiene che il castello (poi detto Scandicci Alto) fosse nell'alto Medioevo una delle tante rocche che appartennero alla schiatta feudale dei Cadolingi. Nei due secoli dopo il Mille, più volte imperatori e papi confermarono la donazione del castello ai monaci della Badia, ma l'abitato non dovette avere grande sviluppo, giacché nel Trecento era niente più di un piccolo borgo dipendente dalla parrocchia di Santa Maria a Greve e tale era ancora nell'Ottocento finché non vi fu trasferita la sede dell'ampio comune di Casellina e di Torri. Dalla seconda metà del secolo scorso il paese cominciò invece rapidamente ad accrescersi, pur non abbandonando ancora i connotati di comune essenzialmente agricolo. Ormai divenuto popoloso centro agricolo e operaio, Scandicci visse con l'avvento del fascismo giorni drammatici per le incursioni delle «squadre» che cercavano di imporre con la violenza ciò che ripugnava alla tradizione democratica del paese. Se l'opposizione clandestina al regime non si spense per tutto il ventennio, essa trovò la sua degna conclusione nella Resistenza, quando le formazioni partigiane di Scandicci dettero un alto contributo alla lotta contro i nazifascisti, partecipando tra l'altro alla liberazione di Firenze. A partire dagli anni sessanta il comune ha conosciuto uno sviluppo urbanistico popolare assai accentuato come città satellite di Firenze.

Da vedere:
S. Giusto, chiesa di antica origine rifatta nel Seicento.
S. Maria, parrocchiale già documentata nel 1070, ha subito nel tempo vari interventi, il più importante nel 1926. Una terracotta invetriata della bottega dei Della Robbia è conservata all’interno.
S. Martino alla Palma, fuori dall’abitato, chiesa molto antica, ricordata dal X sec. e ristrutturata nel Settecento.

Parte storica riprodotta su autorizzazione della Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici

 
 
 
   
 
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