Abitanti nel 1991: 7.584
Il
territorio comunale si estende per 26,92 kmq nel Valdarno pisano alle
estreme propaggini sud-orientali del Monte Pisano, su un colle e nella
pianura sottostante. Comunità autonoma leopoldina, ha subito
due diminuzioni territoriali: nel 1867 con la separazione delle frazioni
di Buti e Cascine, costituite in comune autonomo con il nome di Buti,
e nel 1894 con la separazione di Montemagno aggregata a Calci.
Di probabili origini romane, nell'VIII secolo Vicopisano risulta
essere compresa nella giurisdizione ecclesiastica del vescovo di Pisa.
Trasformata in castello, nel 1129 passò sotto il potere anche temporale
della mensa pisana, in seguito a un atto di donazione. Importante roccaforte
dominante un punto di passaggio obbligato al confine con le repubbliche
di Lucca e di Firenze, fu oggetto di ripetuti assalti e
tentativi di conquista spesso andati falliti grazie alla difesa naturale
costituita dall'Arno (che allora lambiva i piedi della collina su cui
è edificata) e alle imponenti fortificazioni da cui era circondata.
Nonostante le mire espansionistiche di Lucca e brevi periodi di occupazione
da parte dell'esercito guelfo comandato dal conte Ugolino della Gherardesca
nel 1275 e di quello milanese di Giovanni Visconti nel 1343, rimase un
saldo possesso pisano fino al 1406. A questa data, dopo il lungo
assedio di cui resta testimonianza nell'affresco del Vasari, si
arrese a Firenze poco prima della capitolazione di Pisa.
La sua importanza come roccaforte è confermata dal fatto che
i fiorentini, non solo non ne distrussero le fortificazioni al pari degli
altri castelli conquistati, ma le ampliarono impegnandovi il genio progettistico
di Filippo Brunelleschi. Tranne brevi ribellioni nel 1494 e nel 1530,
rimase sotto il dominio fiorentino fino all'unità d'Italia,
come sede del vicariato delle valli dell'Arno e del Serchio. Sotto il
principato mediceo di Cosimo I e di Francesco I fu bonificata la pianura
circostante, con la rettifica dell'Arno e la costruzione di una fitta
rete di canali, perfezionata nel 1763 con l'apertura del Canale imperiale
e di una galleria sotto l'Arno. Durante la seconda guerra mondiale ha
sofferto il blocco di ogni attività per l'evacuazione della popolazione
e le devastazioni seguite all'occupazione tedesca. Ha dato i natali al
letterato domenicano Domenico Cavalca (ca. 1270-1343).
Da vedere: Le Torri, sono tra gli elementi caratteristici
del paesaggio urbano della città. Erette insieme alle varie
fortificazioni, si ricordano: la torre del Mastio, la torre dell’Orologio
(1300), la torre delle Quattro Porte collegata da un camminamento
alla Torre del Soccorso. Palazzo Pretorio, di impianto
trecentesco, mostra stemmi in pietra e terracotta invetriata.
S. Maria e S. Giovanni, questa antichissima Pieve, è
un interessante esempio di architettura romanico-pisana. L’interno
a pianta basilicale a tre navate conserva un pregevole gruppo di sculture
in legno ed un fonte battesimale del 1400. |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e
Giuridici |