We apologize, the following text is not translated
into English, click
here for an automatic translation
Esistono numerose tipologie di miele toscano:
- miele di castagno: ha consistenza piuttosto liquida, colore
marrone più o meno scuro e brillante; gusto amaro forte, odore
persistente e profumo di bosco. Particolarmente rinomati sono il miele
di castagno dell’Alta Versilia e il miele di castagno dell’Amiata
- miele di acacia: si presenta liquido, con colorazione giallo-chiara,
quasi trasparente; ha sapore dolce molto delicato e profumo molto fine
e persistente. Le zone di maggiore produzione
- miele millefiori: ha consistenza fluida e granulosa, sapore
dolciastro con retrogusto amarognolo, colore che varia dal giallo-verdognolo
al marrone-blu. Si produce da maggio a settembre
- miele di popone: ha colore giallo ambra chiaro, profumo delicato
ma persistente, sapore dolce e fruttato che ricorda quello di mele e
pere mature. La zona di produzione è la valle dell’Ombrone
dove si coltivano i meloni in pieno campo
- miele di marruca: ha colore ambra-oro, consistenza liquida
e aspetto limpido e trasparente, odore e sapore molto intensi che ricordano
il profumo della macchia mediterranea; ha un leggero retrogusto amarognolo.
È un miele delicato, fine, che si accompagna bene ai formaggi,
soprattutto ai caprini. È tipico della zona meridionale della
provincia di Grosseto, in particolare dei comuni di Orbetello, Magliano,
Scansano
- miele di sulla: inizialmente molto liquido, in seguito cristallizza
divenendo molto compatto. Ha colore giallo chiaro tendente al bianco,
sapore delicato, odore molto intenso e dolciastro
- miele di girasole: si presenta cristallizzato, con colorazione
giallo oro; ha sapore leggermente erbaceo, odore simile a quello della
paglia o della cera. Si produce tipicamente nelle pianure e nelle colline
della provincia di Arezzo
- miele di erba medica: ha inizialmente consistenza liquida
e poi cristallizza. Il colore è ambrato, chiaro il sapore lievemente
aspro, l’odore è quello dell’erba e del fieno. Si
produce da maggio a settembre ed è tipico della zona di Prato.
- miele di corbezzolo: si presenta solido, con colorazione ambrata,
dalla tonalità grigio-verde. Il gusto è amaro e persistente,
l’odore pungente.
Le
famiglie di api, allevate in arnie di legno, trovano il nutrimento nel
territorio che si estende per circa 3 km intorno alle arnie. Di norma
sono autosufficienti, ma nei periodi primaverili particolarmente freddi
e piovosi la loro alimentazione viene integrata con miele o sciroppo di
acqua e zucchero.Dopo l’opercolazione dei favi, in tempi variabili
a seconda della specie vegetale interessata e della zona geografica, i
melari vengono estratti dalle arnie e trasportati nel laboratorio, dove
si procede alla disopercolatura dei telaini e alla smielatura tramite
centrifugazione. Il miele viene quindi filtrato, disposto nei maturatori
e lasciato decantare per 15 giorni per far affiorare le impurità
e le bolle d’aria che vengono poi eliminate tramite schiumatura.
Può essere necessario ripetere la filtrazione.
Il prodotto deve la sua qualità alla particolarità del
gusto e della composizione pollinica, determinate dal tipo di fioritura
e dal territorio in cui le api trovano il nutrimento.Particolare tradizione
mielifera e specializzazione nell’apicoltura sono attestate storicamente
in Lunigiana dove da secoli si utilizza il miele d’acacia, castagno
e millefiori sia per ricette tradizionali, sia come medicinale, sia per
la fabbricazione di candele. Il miele della Lunigiana mostra un profondo
legame con l’ambiente perché l’areale di produzione
è costituito da un unico corpo i cui confini geografici coincidono
quasi interamente con quelli naturali della valle della Lunigiana, territorio
complessivamente omogeneo caratterizzato da un ambiente naturale intatto,
non compromesso da inquinamento.
Dai dati relativi al censimento ufficiale del 1999 risulta che nella
regione sono attivi 2223 apicoltori, per un totale di 84.328 alveari denunciati.
Tali dati tuttavia non rispecchiano la realtà produttiva che è
stimata in circa 110.000 alveari. Considerando una media produttiva di
30 kg di miele per alveare si può stimare una produzione di circa
33.000 quintali annui.
Territorio interessato alla produzione |
Tutto il territorio della regione, in particolare
la Lunigiana, la provincia di Grosseto con la zona dell’Amiata
e della valle dell’Ombrone, le province di Arezzo, Siena e Prato. |
Produzione in atto |
Attiva. |
Materiali, attrezzature e locali
utilizzati per la produzione |
• Arnie, melari e telaini di legno
• Attrezzi da cucina per la disopercolatura
• Smielatore centrifugo
• Filtri e contenitori per la decantazione (maturatori) |
|
Texts and Pictures owned by Arsia and Regione Toscana reproduced
upon authorization.
Picture by Derno Ricci |
|