Il
frutto è grosso e irregolare (raggiunge mediamente un peso di 300-400
g), con buccia liscia. La polpa è carnosa, di consistenza simile
a quella del cachi, molto saporita e aromatica, quasi piccante, con pochissimi
semi.
Ha un ciclo primaverile-estivo e si semina più tardivamente rispetto
alle altre cultivar. Il trapianto in pieno campo viene effettuato nel
mese di maggio su terreno lavorato e ben concimato con sostanza organica.
L’irrigazione è indispensabile sia nel periodo post trapianto,
sia nella fase successiva, anche se sono preferibili apporti moderati
al fine di evitare marciumi del colletto (a cui la pianta è molto
sensibile). Pur essendo facilmente attaccabile da malattie fungine, pochi
trattamenti a base di rame scongiurano gravi danni apportati da tali agenti.
Per quanto riguarda i fitofagi, il pomodoro cuore di bue resiste bene
sia agli afidi che al ragno rosso. La sua rusticità infine permette
una buona resistenza alla fusariosi e alla verticillosi.La raccolta viene
effettuata manualmente con l’impiego di cassette. La conservazione
avviene in locali coperti e ben aerati. La manipolazione dei frutti deve
essere particolarmente delicata in quanto le bacche sono soggette ad ammaccature
che compromettono la facilità di conservazione del prodotto.
La tecnica produttiva è rimasta invariata nel tempo. Il prodotto
si distingue per le inconfondibili qualità organolettiche, accompagnate
da una manifesta rusticità.
La produzione di questo pomodoro è stimabile in circa 10 q l’anno:
le aziende che lo coltivano sono quattro, anche se si possono contare
molti hobbisti che lo producono solo per autoconsumo.
Territorio interessato alla produzione
Valdarno superiore aretino e dintorni
di Firenze, province di Arezzo e Firenze.
Produzione in atto
Attiva.
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