Dante,
dopo aver scalato la montagna del Purgatorio, accede quindi al Paradiso
che si trova sulla cima del monte. Qui il poeta ritrova beatificati alcuni
personaggi di elevata rettitudine morale, da S.Francesco, il santo che
«nel crudo sasso intra Tevero e Arno/da Cristo prese l'ultimo sigillo»,
a S.Pier Damiani, il famoso monaco camaldolese che promosse la riforma
del clero combattendone la simonia. Pier Damiani trascorse parte della
sua vita contemplativa nell'eremo di S.Croce a Fonte Avellana, località
dell'Appennino marchigiano sottostante il Monte Catria. La montagna, descritta
dal sommo poeta, appare proprio come un'alta gobba, un "gibbo",
posto a separare la costa adriatica da quella tirrenica. La sua quota
relativamente elavata fa si che le nuvole in cui si formano i tuoni stazionino
più in basso della cima del monte stesso.
« Tra' due liti d'Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che' troni assai suonan più bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale è consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria.»
(Paradiso, Canto XXI, 106/111) |
Il Monte Catria si presenta come uno dei rilievi escursionisticamente
più interessanti dell'Appennino Umbro Marchigiano. L'itinerario
proposto consente di collegare tra loro le due località geografiche
ricordate da Dante. Si parte quindi dall'Eremo di Fonte Avellana per arrivare,
con un percorso facile ma di sviluppo elevato, fin sulla vetta del Catria
da cui, nelle giornate limpide, appare il riverbero luminoso dei due mari
che bagnano le coste occidentali e orientali della penisola italiana.
Dall'eremo di Fonte Avellana (fu, infatti, nelle vicinanze della celebre
fonte che il Beato Lodolfo edificò nel 977 un oratorio, una costruzione
via via allargatasi nel corso dei secoli sotto la guida di San Romualdo
e San Pier Damiani fino a divenire Abbazia nel XIV secolo e della cui
attuale imponenza ci si può ben rendere conto vedendola dall'alto
adagiata nella verde Val Grassa) si passa davanti all'antica fonte e qui,
guardando a destra, si individua la sterrata da imboccare che inizia a
risalire il fianco nord orientale del Monte Catria. Questa, dopo poche
decine di metri, è, fortunatamente, sbarrata per cui la salita,
sebbene lunga, non viene minimamente infastidita dal traffico automobilistico.
La sterrata si innalza progressivamente rispetto al fondovalle immergendosi
sempre più in un folto bosco di faggio e salendo in maniera tranquilla
compiendo numerosi tornanti. Dopo circa due ore di cammino si perviene
ad un bivio caratterizzato da grandi e secolari esemplari di faggio. Mentre
la sterrata di sinistra si allontana verso Pian d'Ortica, la via principale,
da seguire, compie una netta svolta a destra continuando a salire tra
i faggi. Manca poco, però, all'uscita dal bosco, uscita che offre
un colpo d'occhio veramente maestoso su tutta la vallata su cui si adagia
il grande edificio monastico di Fonte Avellana.
Giunti ad un altro, importante bivio si imbocca la via di sinistra riconoscibile
per la sbarra laterale sempre aperta. Questa sale decisamente al Rifugio
della Vernosa (fonte) e dietro a questo si imbocca un tratturo che, tenendosi
ai limiti del bosco, sale trasformandosi progressivamente in un sentiero
ben tracciato. Il sentiero che si sta percorrendo, evidente, con una ripida
salita raggiunge il pianoro sommitale da dove non esistono più
problemi di orientamento. Da qui, infatti, è perfettamente visibile
la grande croce metallica innalzata sulla vetta del Catria. Questa deve
essere raggiunta per ammirare il panorama a 360 gradi che offre la prativa
sommità caratterizzata, in primavera, da eccezionali fioriture.
L'itinerario prosegue quindi in discesa, ma facendo attenzione a non imboccare
né la traccia di sentiero sulla sinistra, che scende alla strada
per Fonte Avellana, né quella sulla destra, che scende per ripido
crinale. Dalla croce, infatti, si deve proseguire diritti, in discesa,
verso la già visibile traccia della strada sterrata che sale da
Pian d'Ortica (possono essere utili gli scoloriti e poco frequenti segnali
rossi del sentiero n.103). Raggiunto il parcheggio con guard-rail a cui
giunge la sconnessa carrareccia, si segue quest'ultima che effettua alcune
larghe svolte, tocca il Rifugio Spicchi, e quindi raggiunge Pian d'Ortica,
località dove bisogna porre attenzione. Qui, infatti, la strada
si biforca. Si va a sinistra attraversando il bosco di faggio e giungendo
rapidamente alla sterrata dell'andata. Questa, presa in discesa riporta
all'eremo di Fonte Avellana.
Tempo |
7 ore |
Dislivello |
1110 m |
Cartografia |
L.A.C. 1:25.000 "Monte Catria" |
Accesso |
L'Eremo di Fonte Avellana è raggiungibile
da Pesaro e Ancona seguendo la Statale n.16 fino a Marotta, dove si
imbocca la Statale n.424 per Pergola. Da quest'ultima cittadina ci
si dirige verso Sassoferrato e Fabriano e dopo circa 7 km si seguono
a destra le indicazioni per Fonte Avellana. |
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