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Con gli sci tra gli eremi dell'Appennino

La scelta dei luoghi eremitici da raggiungere con gli sci da fondo deve essere ristretta a quelli che si trovano alle quote più elevate, così da garantire un sufficiente periodo di innevamento. Sono stati preferiti anche gli eremi naturalisticamente più interessanti. Con questo si vuol dire che è stato possibile conciliare, in un connubio perfettamente riuscito, architettura, storia e religione con natura e ambiente.
Degli eremi toccati quello della Casella in inverno è raggiungibile solo con gli sci tramite due percorsi di diversa difficoltà che si snodano lungo i crinali dell'Alpe di Catenaia. Spesso, durante le grandi nevicate, rimane isolato anche l'Eremo di Camaldoli che è comunque raggiungibile sci ai piedi tramite due percorsi naturalisticamente grandiosi all'interno del Parco Nazionale.
Storicamente ed architettonicamente suggestivo l'itinerario per La Verna, che non trascura, comunque, l'interesse ambientale della foresta monumentale che circonda l'Eremo sviluppandosi sui fianchi del Monte Penna. Per quanto riguarda invece l'Abbazia di Vallombrosa due sono le vie di accesso più interessanti: la prima attraverso la Foresta Demaniale, la seconda lungo i panoramici crinali del Pratomagno. Sui più solitari e boscosi versanti del Monte Fumaiolo si snoda invece il percorso per l'Eremo di S.Alberigo e per il complesso monastico di Celle, entrambi raggiungibili, in inverno, solo con gli sci. Per ultima non poteva essere dimenticata la Romagna Toscana, e cioè quel lembo di Toscana che si protende amministrativamente al di là dell'Appennino, la terra forse più "adatta" per la vita monastica. Purtroppo le quote modeste di questo tratto di Appennino hanno consentito due soli itinerari. Sul primo, quello che raggiunge la Badia di Moscheta, l'innevamento è sufficientemente duraturo svolgendosi il percorso sul crinale tra il Passo del Giogo e la Colla di Casaglia. Il secondo, quello che prevede il raggiungimento dell'Eremo dei Romiti, deve essere effettuato nel periodo più freddo dell'inverno. Questo sia per le quote non elevate sia, e soprattutto, per il continuo attraversamento del Torrente Acqua Cheta (noto perché origina le famose, omonime cascate) che, sebbene in inverno non abbia molta acqua, è bene trovarlo ghiacciato.

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Testi e foto di Cinzia Pezzani & Sergio Grillo


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