Abitanti nel 1991: 16.012
Il
territorio del comune di San Casciano si estende per 107,98 kmq su quella
serie di rilievi che dividono la Val di Pesa dalla Val di Greve. Antica
podesteria medievale, divenne sede di comunità nel 1774, raggiungendo
l'attuale assetto nel 1865, quando gli fu aggregata la frazione Romola,
staccata dal soppresso comune di Casellina e Torri.
Sorto come posto di tappa sulla via Cassia in epoca romana, fin
oltre la metà del XIII secolo San Casciano apparteneva in signoria
ai vescovi di Firenze, che vi inviavano un vicario con il titolo di
podestà e che nel 1241 fecero promulgare i primi statuti
del castello. Passato direttamente sotto la giurisdizione del comune
fiorentino nel 1272, il popoloso paese fu quartiere generale delle
truppe di Arrigo VII nel 1312-13 e nel 1326 Castruccio Castracani lo
mise a ferro e fuoco.
L'importanza
strategica che San Casciano rivestiva convinse il signore fiorentino Gualtieri
di Brienne a fortificarlo nel 1343, anzi a progettarne una rifondazione
vera e propria (il nuovo munito castello avrebbe dovuto prendere il nome
di Castel ducale in suo onore), ma la sua cacciata da Firenze fece interrompere
ben presto l'impresa; solo nel 1355, dopo che l'anno precedente il capitano
di ventura fra' Moriale lo aveva di nuovo occupato, e il riscatto di
quelle terre era costato a Firenze 28.000 fiorini d'oro, fu cinto
di mura imponenti e di un cassero come è dettagliatamente descritto
da Matteo Villani, che ne riporta anche la cifra spesa, 35.000 fiorini.
Nel 1552, Cosimo I fece rafforzare le mura in previsione della
guerra per la conquista di Siena e dotò San Casciano
di un acquedotto; conquistata Siena, l'importanza militare del
castello era ormai declinata e nel XVII secolo il granduca Ferdinando
II ne donò addirittura il cassero al suo cortigiano Francesco Lucardesi.
Nei pressi di San Casciano, a Percussina, sorge l'«Albergaccio»,
proprietà rustica di Niccolò Machiavelli, dove nel
1513 il segretario della repubblica fiorentina caduto in disgrazia si
ritirò e qui meditò e compose Il Principe.
Da vedere:
S. Cecilia a Decimo, già citata in una donazione di
Carlo Magno, conserva opere d’arte di varie epoche.
Chiesa della Misericordia, eretta nel 1355 dai Domenicani di
S.Maria Novella di Firenze. Museo della Misericordia, attiguo
alla Chiesa, ospita una ricca raccolta di opere d’arte.
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Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e
Giuridici
Fotografia di Sandro Santioli |