Abitanti nel 1991: 2.678
Il
territorio del comune di Castelnuovo di Val di Cecina si estende per 88,78
kmq tra le alte Valli della Cornia e del Cecina, in due parti a sé
stanti, separate dai comuni di Pomarance e Radicondoli. Antico centro
signorile, ha raggiunto la sua estensione nel 1870 aggregando le frazioni
di Sasso e Leccia, precedentemente incluse nel comune di Pomarance.
Sotto la giurisdizione dell'abbazia di San Pietro in Palazzuolo presso
Monteverdi, come risulta da un documento del 1176, il castello
passò poco dopo nelle mani del conte Rinaldo da Monterotondo,
appartenente alla famiglia comitale degli Albero, detentrice di larghi
possedimenti nel pisano e nel Volterrano. Per sfuggire alla sua signoria
gli abitanti di Castelnuovo si appoggiarono ben presto alla potenza emergente
di Volterra, cui si sottomisero nel 1212; e già verso la fine
del XIII secolo il castello figura come una delle roccaforti militari
del Volterrano.
Solo nel 1429, durante la sollevazione dei Volterrani contro
le truppe d'occupazione fiorentine, Castelnuovo ruppe il suo secolare
giuramento di fedeltà per entrare a far parte dello Stato di
Firenze. Nel 1447, fu conquistata e saccheggiata da Alfonso d'Aragona
re di Napoli, alla partenza del quale rimase per breve tempo sotto il
dominio del senese Antonio Petrucci, finché non fu ripresa dai
suoi abitanti con l'aiuto dei fiorentini. Nel 1639 il granduca Ferdinando
II la concesse in feudo, con il titolo di marchesato, alla famiglia degli
Albizzi, che la mantenne fino al 1776. Roccaforte del partito socialista,
che ottenne la maggioranza dei voti fino alle elezioni del 1920, durante
la Resistenza, grazie alla sua posizione geografica e alla conformazione
del suo territorio, fu teatro delle azioni della XXIII Brigata Garibaldi.
Nel 1944, a seguito di una battaglia ingaggiata con i tedeschi in ritirata,
subì la perdita per rappresaglia di 82 ostaggi civili.
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