Abitanti nel 1991: 5.601
Il territorio del comune di Poppi, nel Valdarno casentinese, si estende
per 97,03 kmq dal crinale dell'Appennino tosto-romagnolo al fondovalle
attraversato dall'Arno, tra pianura, collina e montagna. Il centro è
situato su un poggio terrazzato dal quale domina la piana di Campaldino
e l'alta valle dell'Arno. Feudo dei conti Guidi da Battifolle,
divenne poi sede di vicariato.
Il primo ricordo storico di Poppi risale al 1169, essendo citato
in un documento della badia di San Fedele di Strumi, ma è
del 1191 l'atto più significativo: un diploma dell'imperatore
Arrigo VI con cui vengono confermati in feudo al conte Guido
Guerra dei Guidi molti castelli tra Romagna e Toscana fra cui Poppi,
Battifolle, Porciano; da allora, per quasi tre secoli, la storia
di Poppi è strettamente connessa con quella dei suoi signori,
che furono a lungo fra le più potenti schiatte feudali toscane,
spesso protagonisti dei principali avvenimenti politici
fiorentini nel XII e XIII secolo. Nel 1261 il conte Simone cinse
l'abitato di mura e iniziò la costruzione del palazzo,
terminata verso la fine del secolo da suo figlio Guido. Aderenti alla
fazione ghibellina, i Guidi di Poppi furono costretti, dopo la
morte di Manfredi (1266), a fare atto di sottomissione ai guelfi
dominanti in Firenze. L' 11 giugno del 1289, a poca distanza dalle
mura del castello, nella piana di Campaldino, si svolse la storica
battaglia tra fiorentini e aretini, che sanzionò il predominio
di Firenze e dello schieramento guelfo in Toscana, seppure per il
momento senza nessuna concreta acquisizione territoriale. L'anno successivo
i fiorentini, reduci da un'infruttuosa spedizione contro Arezzo,
devastarono il Casentino, dando fuoco al castello di Poppi,
in odio al conte Guido Novello che era stato vicario generale del
re Manfredi a Firenze. Finalmente nel 1440, durante l'incursione
delle soldatesche milanesi comandate da Niccolò Piccinino, il conte
Francesco dei Guidi che aveva favorito i nemici di Firenze, dopo
la vittoria dei fiorentini ad Anghiari fu assediato nel suo castello
e costretto alla resa. Passato in possesso della repubblica
fiorentina, Poppi divenne sede di un vicariato la cui giurisdizione
abbracciava l'intero Casentino. Tra i suoi illustri figli ricordiamo lo
scultore Mino, detto da Fiesole (1430 ca.-1484), il pittore
Francesco Morandini, detto il Poppi (1544-1597) e il libero pensatore
e poeta Tommaso Crudeli (1703-1745). Nel territorio comunale sono
i ruderi dell'abbazia, prima benedettina poi vallombrosana, di
Strumi (X secolo) e l'eremo di Camaldoli, edificato all'inizio
dell'XI secolo da San Romualdo, vicino al crinale appenninico, circondato
da folti boschi di abeti e di faggi. Durante l'occupazione tedesca
dell'ultima guerra nell'aprile del 1944, oltre centocinquanta abitanti
di Poppi furono deportati e molti di loro morirono nei campi di
concentramento.
Da vedere:
Palazzo dei Conti Guidi, posto a dominio della valle, l’imponente
edificio fu costruito nella seconda metà del 1200 come potenziamento
della rocca. E’ preceduto da un ampio giardino.
Madonna del Morbo, singolare chiesa a pianta circolare iniziata
nel 1657 e terminata nel 1705. |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
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