Il Casentino, territorio geograficamente collocato a nord-est
della Toscana, al confine con la Romagna, ha limiti ben delineati
da dorsali montuose, che gli danno l'aspetto di un anfiteatro,
al centro del quale scorre, appena scaturito dal Monte Falterona, il fiume
Arno.
Il Casentino, che fa parte della provincia di Arezzo,
comprende il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, il quale
vanta i boschi più estesi e meglio conservati d'Italia, ed il numero
più alto di varietà faunistiche di tutto l'Appennino settentrionale.
La storia di questa regione risale agli etruschi, i quali intuirono
l'importanza economica della zona per il transito attraverso la catena
degli Appennini. Dopo l'epoca romana vi furono le invasioni barbariche,
che ne segnarono un periodo di decadenza.
Il Medioevo fu il periodo di massimo splendore, in quanto
il Casentino divenne terra di possesso, oltre che di transito. Tra le
famiglie più potenti che dominarono la zona si ricordano i Conti
Guidi, signori di gran parte del territorio; i Tarlati e gli Ubertini
di Arezzo, che possedevano le terre sul versante Aretino, dove avevano
costruito molti castelli, per la maggior parte distrutti dalle le battaglie
tra Guelfi e Ghibellini.
Alla battaglia più importante, quella di Campaldino, che
sancì la vittoria dei Guelfi, prese parte il poeta, allora molto
giovane, Dante Alighieri.
Dopo la sconfitta dei Conti Guidi nella battaglia di Anghiari (1440),
il Casentino divenne parte della Repubblica Fiorentina, poi passò
alla Signoria de' Medici, infine fece parte dei territori del Granducato
di Toscana.
L'eremo di Camaldoli
Per la sua posizione geograficamente marginale e la sua ricchezza
naturalistica, insieme ad una infinita bellezza, il Casentino ha attratto
religiosi che lo hanno elevato a luogo di preghiera e di meditazione,
costruendo, in luoghi ameni e solitari: monasteri, eremi, santuari
e pievi di grande suggestione. Tra i più importanti si ricordano:
il santuario de La Verna, donato dal Conte Cattani a S. Francesco,
il quale vi visse e vi ricevette le Stimmate nel 1224; questo luogo di
una bellezza quasi soprannaturale, ricco di opere d'arte, sorge
su di un monte protetto e vigilato dai frati, che ne hanno conservato
fino ad oggi, intatto, il suo patrimonio naturalistico. La Verna
è tutt’oggi meta di pellegrini e visitatori provenienti
da tutto il mondo.
L'eremo di Camaldoli, fondato nel 1023 da San Romualdo, che rimase
incantato dalla bellezza della foresta. Anche ai giorni nostri Camaldoli
è un punto di riferimento religioso di importanza internazionale
ed è visitato ogni anno da migliaia di pellegrini e visitatori.
La pieve di Romena, a Pratovecchio, è la più importante
dell'Alto Casentino e la ricchezza di elementi sia artistici che architettonici
ne fanno un esempio di eleganza e raffinatezza.
Il
Casentino è anche ricco di castelli, tra i quali
il più conosciuto e ben conservato è quello di Poppi,
residenza dei Conti Guidi dal 1100 al 1400, le sue mura possenti sovrastano
il paese e dominano il piano di Campaldino.
Il Castello di Porciano, anch'esso dei conti Guidi, è l'unico
esemplare di Torre-palazzo che si erge su di un poggio insieme al suo
borgo medievale, a dominare il paese di Stia. Da questo castello nel 1331
Dante scrisse la famosa lettera ai fiorentini. Recentemente è
stato completamente restaurato ed ospita un piccolo museo di attrezzi
della cultura contadina e reperti in ceramica.
Della maestosa fortezza di Chiusi della Verna, oggi rimangono soltanto
le solide mura.
Il castello di Romena fu costruito nell'anno mille, ed era il più
fortificato tra i castelli dei conti Guidi, con tre cinte di mura e quattordici
torri. Dalla fortezza si dominava tutta la valle del Casentino. Oggi possiamo
ammirare l'impianto del castello, ancora ben conservato con le
torri principali ed il cassero. Questo castello fu citato da Dante
nel XXX canto della Divina Commedia.
I centri più importanti del Casentino sono: Stia,
posta ai piedi del Monte Falterona, alla confluenza dello Staggia nell'
Arno; si sviluppò nel medioevo come mercatale del castello di Porciano
che la domina dall'alto. Originale l'antica piazza centrale, in
pendenza circondata da portici. Ad oggi Stia è un centro industriale
rinomato per la particolare produzione di un tessuto di lana a
colori vivaci detto "casentino", noto in tutto il mondo.
Bibbiena, è il centro economico più attivo
del Casentino, dove hanno sede importanti industrie tessili ed elettromeccaniche;
nonostante lo sviluppo urbanistico avuto negli ultimi due secoli, Bibbiena
mantiene il suo nucleo storico originale.
Poppi, centro isolato, posto su di un colle a dominare la valle
dell'Arno, è uno dei centri storici più importanti del
Casentino. Di origini romane, ebbe un notevole sviluppo quando nel XII
secolo i Conti Guidi lo elevarono a residenza feudale, costruendovi
il castello che possiamo ammirare ancora oggi.
A pochi chilometri da Poppi si trova il piano di Campaldino, dove
l'11 giugno del 1289 si svolse la famosa battaglia tra Firenze ed Arezzo,
con la sconfitta di quest'ultima.
Il Casentino è conosciuto anche per l'aspetto gastronomico,
sono famosi i tortelli alla Casentinese, ripieni di patate e conditi
con un delizioso ragù; la scottiglia, piatto antichissimo
e molto saporito, fatto con molte varietà di carne, cotte a lungo,
con l'aggiunta via via di brodo, pomodoro e vino rosso; le lumache,
cotte per due ore insieme ad un ricco ragù, infine la panina,
originale pane insaporito da spezie ed uvetta.
Da non dimenticare i funghi porcini, che nascono nel sottobosco
della foresta e che sono i migliori della Toscana.
Fotografia di Sandro Santioli
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