Abitanti
nel 1991: 34.444
Il
territorio di Campi si estende per 28,62 kmq nella Val di Bisenzio, in
territorio pianeggiante. Già podesteria medievale, divenne sede
di comunità nel Settecento e sotto la sua giurisdizione rientravano
Calenzano, Signa, Quaracchi e Montemurlo; ha raggiunto le attuali dimensioni
nel 1928, con l'aggregazione di una parte del soppresso comune di
Brozzi.
Borgo agricolo sorto nell'alto Medioevo su di un terreno paludoso,
alla cui bonifica si ritiene abbiano lavorato dall'VIII secolo i monaci
benedettini, Campi viene ricordato per la prima volta in un privilegio
di Carlo Magno del 780; e qui nel XII secolo, quando il potere
sul luogo era esercitato dal vescovado fiorentino e dagli Aberti conti
di Prato, venne edificata una munita rocca dalla famiglia dei
Mazzinghi, presumibilmente vassalli degli Aberti. Le vicende del
castello, entrato ben presto nell'orbita di Firenze, sono strettamente
connesse a quelle della vicina città: subì nel corso del
XIII secolo le cruente conseguenze delle lotte tra guelfi e
ghibellini (vuole la tradizione che l'antefatto della divisione nelle
due fazioni fiorentine avvenisse proprio a Campi, nel castello dei guelfi
Mazzinghi), l'incursione di Castruccio Castracani nel 1325, di
Giovanni da Oleggio nel 1352 e infine la conquista e il saccheggio
e le gravi distruzioni inferte dagli spagnoli nel 1512, quando
questi marciarono su Firenze per restaurarvi la signoria dei Medici.
Nell'epoca moderna, Campi assunse i connotati di un operoso borgo agricolo:
la rocca fu trasformata nel XVII secolo in fattoria e crebbe
il numero degli abitanti. All'inizio dell'Ottocento, vennero abbattute
parte delle antiche fortificazioni e il ponte medievale sul Bisenzio,
con la giustificazione del bisogno di dare un assetto urbanistico più
razionale alla cittadina. Battagliera comunità nelle rivendicazioni
sociali fin dal secolo scorso, Campi ha dato alla Resistenza un
notevole contributo: un suo giovane, Lanciotto Ballerini, è
stato decorato di medaglia d'oro alla memoria; tredici uomini furono
per rappresaglia fucilati dai tedeschi nella frazione di San Piero a Ponti
nell'agosto del 1944. È patria dell'architetto fra' Ristoro
(m. 1284), autore di insigni edifici gotici come l'antica Santa Maria
Novella a Firenze e Santa Maria sopra Minerva a Roma.
Da vedere:
S. Biagio, chiesa con portico quattrocentesco, conserva all’interno
preziose opere d’arte. |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici |