Abitanti
nel 1991: 43.522
Il
territorio comunale di Empoli, nel Valdarno Inferiore, si estende per
62,28 kmq in pianura. Centro fortificato medievale di notevole
rilievo, decaduto a modesta comunità nel corso del XVI secolo,
fu restaurato nella sua importanza da Pietro Leopoldo che gli conferì
la giurisdizione su un territorio pressoché identico all'attuale.
Empoli, porto fluviale in epoca romana, corrispondente alla terza
stazione dell'antica via che da Firenze conduceva a Pisa, nel XII secolo
era un possesso feudale dei conti Guidi. Nel 1120 fu fortificato
dal conte Guido Guerra, ma l'importanza geografica di questo castello
era troppo rilevante perché Firenze non cercasse di annetterselo.
Così nel 1182 la repubblica fiorentina costrinse Empoli a prestarle
giuramento di fedeltà, e nei decenni successivi continuò
nella sua opera di progressivo assoggettamento, acquistando nel 1255 dai
Guidi il dominio di gran parte del castello per la somma di 28.700 libre;
nel 1273 completò l'annessione acquistando sempre dai Guidi la
rimanente parte del distretto empolese per 8000 libre. La centrale
posizione di Empoli fece sì che quella terra fosse più
volte designata come luogo di convegno dei rappresentanti dei vari
comuni toscani: nel più celebre, quello ghibellino del settembre
1260, Farinata degli Uberti, difese coraggiosamente il diritto alla sopravvivenza
di Firenze dopo la sconfitta di Montaperti. Nel 1333 le mura di Empoli
vennero distrutte dallo straripamento dell'Arno; riedificate nel 1337,
una nuova cinta muraria si rese necessaria nella seconda metà del
xv secolo per l'aumento della popolazione. Espugnata nel 1530 dalle
soldatesche del Vitelli e del marchese di Vasto, subì saccheggi
e distruzioni gravissime: a ricordo della coraggiosa resistenza di
Empoli nel corso dell'assedio, il Vasari dipinse l'evento in Palazzo
Vecchio a Firenze. Durante il granducato fu sede di podestà
con giurisdizione civile e criminale; nel 1774 Pietro Leopoldo le
aggiunse i comuni di Monterappoli e Pontorme (patria del pittore Jacopo
Carucci detto il Pontormo, 1494-1556); singolare episodio dell'attaccamento
degli empolesi alla dinastia lorenese fu la rivolta del «Viva Maria»
contro i francesi nel maggio del 1799. Le tradizioni libertarie e democratiche
del suo popolo furono duramente represse col fascismo (i fatti di
sangue del 1921 servirono da tragico pretesto); nuovi lutti si aggiunsero
con la guerra e le rappresaglie: nel bombardamento della città
del 26 dicembre 1943 più di cento persone morirono; ventinove cittadini
furono fucilati nel luglio successivo dai tedeschi. Al momento della Liberazione,
il 15 luglio 1944, Empoli era un cumulo di macerie, ma la tenacia
dei suoi abitanti seppe dar luogo a una rapida rinascita.
Da vedere:
Piazza Farinata degli Uberti, antico nucleo storico del paese,
è circondata da portici e abbellita da una fontana marmorea
ottocentesca.
Collegiata di S. Andrea, conserva la parte inferiore della
facciata risalente al 1093. I bombardamenti dell’ultimo conflitto
mondiale danneggiarono fortemente sia l’esterno che l’interno
della collegiata, che comunque è stata restaurata e ricostruita.
Museo della Collegiata di S. Andrea, attiguo alla chiesa, fu
istituito nel 1859. E’ uno dei musei ecclesiastici più
antichi e più importanti della Toscana. Il percorso museale
prevede anche la visita della chiesa di S. Stefano del XIV sec. annessa
al convento degli Agostiniani |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici |