Abitanti
nel 1991: 167.512
Iniziando
10 km a sud della foce dell'Arno, il territorio comunale si estende per
104,78 kmq sulla bassa ma rocciosa costa tirrenica di fronte allo
scoglio della Meloria. Comprende una stretta fascia pianeggiante, i
rilievi dei Monti livornesi e di Montenero e l'isola della Gorgona.
Capoluogo di capitanato, è diventato comunità autonoma
nel 1780 assumendo i confini del nucleo originario, o capitanato vecchio.
Il territorio sul quale ha avuto origine Livorno era dominato, nel corso
di tutto il Medioevo, dalla presenza del polo urbano ed economico
rappresentato da Pisa e dal suo porto. Nei documenti
del XII secolo Livorno appare in effetti come una propaggine
abitata di Porto Pisano, luogo abitato da pescatori e agricoltori
posto all'estremità meridionale del sinus pisanus, il grande arco
di Stagno che si estendeva fino a Pisa. Cresciuta nel corso del XIII
secolo e oggetto di costose e prolungate opere di miglioramento
che culminarono alla fine del secolo nella realizzazione delle mura di
cinta, Livorno fece parte del dominio di Pisa fino al 1405. Passata
ai genovesi, nel 1421 fu da questi venduta per 100.000 fiorini
alla repubblica di Firenze. Oggetto di continui tentativi di
conquista da parte di Francia, Spagna e ducato di Milano, in
lotta con Firenze, non ebbe, malgrado una politica di esenzioni
e privilegi, una crescita soddisfacente fino al XVI secolo. Fra
il 1519 e il 1533, per migliorarne le attrezzature e la sicurezza, venne
costruita su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio la Fortezza
Vecchia, che fu isolata e completamente circondata dall'acqua.
Ma gli interventi di maggior rilievo si ebbero a Livorno per iniziativa
di Cosimo I, questi ne ampliò il porto con un molo
nuovo, vi costruì magazzini pubblici e la collegò
con il canale dei Navicellí a Pisa, dove ebbe nuovo impulso
l'attività dell'arsenale. Inoltre privilegi ed esenzioni vi
richiamarono numerosi mercanti italiani e stranieri, soprattutto
ebrei, che contribuirono a formarne l'identità cosmopolita.
I successori di Cosimo continuarono l'opera di fortificazione, stimolarono
l'edilizia pubblica e non abbandonarono la politica dei privilegi: nel
1606 fu esteso il circondario, denominato poi capitanato nuovo, e
Livorno ottenne il titolo di città, mentre nel 1676 fu trasformata
in porto franco.
Il suo sviluppo, testimoniato da una crescita demografica che
si delineò con chiarezza a partire dalla fine del Cinquecento,
continuò fino alla seconda metà del secolo XVIII,
anche grazie all'abolizione dei dazi doganali ad opera di Leopoldo I di
Lorena. Danneggiata dal blocco continentale durante la dominazione napoleonica
(1799-1815), riprese vigore, aumentando anche la popolazione, sotto Leopoldo
II, con il quale tornò ad essere porto franco e irrobustì
i propri legami con il suo retroterra economico. Partecipò attivamente
ai moti del risorgimento e nel 1849 fu occupata dall'esercito austriaco.
Dal 1870 fu centro di un forte movimento operaio e popolare,
organizzato in associazioni e leghe di categoria, che dopo aver svolto
un'azione di opposizione alla guerra del 1915-18, promosse l'occupazione
delle fabbriche e nel 1919 fu determinante per inviare al governo
della città una maggioranza socialista. Nel 1921 vi
si tenne il congresso che portò alla scissione socialista
e alla costituzione del partito comunista d'Italia. Intorno agli
anni venti sorsero a Livorno i primi fasci di combattimento contro i quali,
nel 1922, si formarono le squadre di azione antifascista degli
«Arditi del popolo». Entrato nella clandestinità dopo
le leggi eccezionali del 1926, il movimento antifascista si rafforzò
durante la seconda guerra mondiale e intensificò l'attività
di propaganda nelle fabbriche e fra i militari, alcuni dei quali entrarono
in seguito nelle formazioni partigiane della provincia. Obiettivo strategico
e militare, Livorno fu bombardata massicciamente dagli anglo-americani
e quasi totalmente distrutta. Occupata nel settembre del 1943 dai
tedeschi, fu liberata nel luglio 1944 dalla V armata americana
preceduta dalla III brigata Garibaldi Val di Cecina. Tra i suoi figli
più illustri, Livorno annovera lo scrittore e uomo politico
Francesco Domenico Guerrazzi (1804-1873), i pittori Giovanni
Fattori (1825-1908) e Amedeo Modigliani (1884-1920), il musicista
Pietro Mascagni (1864-1945) e il poeta Giorgio Caproni (1912-1990).
Agli inizi del '500 Livorno era un piccolo villaggio di pescatori,
e tale sarebbe probabilmente rimasto se la famiglia De' Medici, non avesse
deciso di dotare la Toscana di un porto efficiente. La scelta fu
fatta in base alle caratteristiche geografiche della zona: allo
sbocco dell'Arno ma all'estremità dell'area alluvionale del fiume,
su una costa rocciosa ma bassa per consentire agevolmente la costruzione
delle opere portuali. Tra il 1518 ed il 1618 furono costruiti il Porto
Mediceo e le grandi fortificazioni della città, eseguita
su pianta pentagonale dietro disegno del Buontalenti.
Originale l'atto di nascita della città il 10 giugno 1593, la "Costituzione
Livornina", con il quale si dava il diritto di dimorare a Livorno per
un periodo di 25 anni a tutti coloro che lo volessero. Vennero quindi
profughi ebrei, ugonotti francesi, cattolici inglesi, musulmani, anglicani
ed altri, facendo di Livorno una cittadina cosmopolita e liberale.
A causa dell'importante aumento demografico, Livorno nel 1700 e nel 1800,
ebbe una forte espansione con la costruzione di altri quartieri e della
stazione ferroviaria.
Oltre alle attività portuali e dei cantieri navali, Livorno
ha come risorsa economica fino dal 1930, le attività dell'industria
e della chimica, legate alle attività petrolifere. Dopo la
distruzione del porto, della zona industriale e di gran parte della città,
a causa dei bombardamenti subiti da Livorno durante l'ultima guerra,
si è ricostruito tutto, ma la zona industriale è stata spostata
a nord est, interessando anche le province di Pisa e Pontedera.
Il porto di Livorno è il maggiore della Toscana e tra i
più importanti del mediterraneo; è formato da due
complessi : il Porto Vecchio ed il Porto Nuovo o Porto Industriale, ma
la zona della città più interessante artisticamente inizia
dal centro antico: la Fortezza Vecchia, è oggi il più
importante monumento della città, che comprende la Torre Matilde
risalente al IX secolo e la trecentesca "Quadratura dei Pisani".
Progettato per volere di Ferdinando II il quartiere detto della Venezia
Nuova, suggestivo quartiere solcato da canali simili a quelli veneziani.
Seguendo il corso del Fosso Reale si arriva alla Sinagoga ed al Museo
Ebraico.
Ai Granduchi di Lorena si deve una nuova organizzazione urbanistica
della città: la Livorno moderna. Percorrendo una bella Passegiata
si arriva alla Terrazza Mascagni , si passa poi dai Bagni Scoglio della
Regina ai Bagni Pancaldi-Acquaviva. Da vedere la nuova sede del "Museo
Giovanni Fattori" a Villa Milibelli, edificio fatto costruire nel 1865
dal ricco commerciante Francesco Milibelli.
Interessante il Mercato delle Vettovaglie, tempio del gusto, nato
nel 1894 ad opera dell'architetto Badaloni.
Il più significativo dei piatti livornesi è il cacciucco,
parola d'origine balcanica che significa miscuglio. Questo gustosissimo
piatto contiene le più diverse varietà di pesce,
e, pur essendo un piatto povero è fantasioso e forte. Esso viene
annoverato tra i più famosi piatti toscani.
Da vedere: La Venezia Nuova, seicentesco quartiere
attiguo al borgo vecchio, solcato da canali (da qui il nome).
Fortezza Vecchia, imponente complesso fortificato del 1518
disegnato da Antonio da Sangallo il Vecchio su incarico di Giulio
de’ Medici (papa Clemente VII). Fu successivamente ampliata
e modificata. Nel 1769 Pietro Leopoldo di Lorena vi istituì
un collegio miliare per nobili. Porto Mediceo, ultimato
nel 1620 da Cosimo II. Nelle immediate vicinanze la trecentesca Torre
del Fanale eretta sui resti del Lazzaretto del 1528. Monumento
a Ferdinando I, (detto anche dei Quattro Mori), particolare monumento
eseguito da due artisti in periodi diversi. Fortezza Nuova,
circondata dal Fosso Reale, fu edificata intorno al 1592 su progetto
del Buontalenti. Museo civico Giovanni Fattori, allestito
dal 1994 nella Villa Mimbelli, il museo raccoglie opere dell’800
e del primo ‘900, insieme ad una raccolta di dipinti macchiaioli.
Cisternone, opera (come il Costernino) di Pasquale Poccianti
del 1828; elegante cisterna delle acque per la città. Duomo,
intitolato a S. Francesco d’Assisi, si affaccia su Piazza
Grande. La costruzione di fine 1500 fu quasi totalmente distrutta
dai bombardamenti dell’ultima guerra. Ricostruito secondo le
linee originarie, ha una semplice facciata in marmo grigio preceduta
da un portico. L’interno luminoso ad una navata, conserva preziose
opere d’arte. Nuova Sinagoga, fu ricostruita nel
dopoguerra sul luogo della precedente del 1600. Il suo interno è
arricchito da opere d’arte |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e
Giuridici
Fotografia di Sandro Santioli |